Adobe Experience Makers: il futuro è qui

L’immersione nelle esperienze, presentazioni e novità di Adobe Experience Makers ha lasciato una sensazione che prevale su tutte le altre: il futuro non ci capita addosso ma  lo prepariamo passo per passo. È quello che è successo con l’intelligenza artificiale generativa che sembra sbucata d’improvviso dal cilindro di un prestigiatore e invece è frutto di un lavoro che dura da anni. Così come i cambiamenti necessari per adottarla non avvengono senza preparazione.

La dimostrazione è il percorso che ha fatto Adobe partendo da Sensei fino all’attuale Firefly. La potenza di analisi dei dati, la possibilità di interagire con linguaggio naturale e la capacità generativa unite insieme rendono tutte le applicazioni più note di Adobe strumenti che aumentano le abilità umane di creatività e trasformazione.

La differenza la fanno le parole associate a questi sviluppi: etica, privacy, copywriting, sostenibilità. Parole pronunciate nell’intervento iniziale di Eva Adina Maria Mengoli, General Manager Adobe Italia,  che hanno creato il leit motiv di diversi interventi.

Ogni evoluzione tecnologica richiede un’attenzione particolare agli impatti economici e sociali affinché tutti possano trarne vantaggio. Le applicazioni di cui parliamo spesso elaborano informazioni estratte da dati raccolti durante le interazioni: dimostrare di avere tutti i requisiti per garantire la corretta protezione della privacy è fondamentale sia per consentire un’adozione conforme alla normativa, sia per alimentare un clima di fiducia tra brand e clienti. Per quanto riguarda il copywriting, Adobe ha già abbracciato il rispetto dei diritti d’autore. Nel 2019 ha fondato la Content Authenticity Initiative insieme a New York Times e a Twitter che oggi riunisce oltre 1000 membri tra i principali attori del mercato che inseriranno il sistema di tracciatura di tutte le fasi dalla creazione, pubblicazione e visualizzazione di un contenuto. Nel 2021, con Arm, BBC, Intel, Microsoft e Truepic, ha lanciato The Coalition for Content Provenance and Authenticity (C2PA),  un consorzio per la creazione di standard pragmatici e adottabili per la provenienza digitale, al servizio di creatori, editori, editori, piattaforme multimediali e consumatori. Infine, la sostenibilità che si traduce nella scelta di alimentare i  data center con energia rinnovabile e nella ricerca di nuovi modi per ridurre il consumo energetico.

Opportunità e responsabilità

Immersi nella tecnologia, è stato naturale ascoltare l’intervento di Giuseppe Stigliano, Global CEO di Spring Studios, che pur trovandosi a Londra era sul palco con il suo ologramma all’interno dell’Holobox. Stigliano ha sottolineato che la tecnologia che abbiamo a disposizione si differenzia notevolmente da tutte le precedenti, perché è per la prima volta non è solo di ausilio in qualche attività umana ma è in grado di generare.  Per la prima volta assistiamo a un disaccoppiamento tra intelligenza e coscienza. L’intelligenza artificiale generativa non risponde di ciò che crea. Siamo di fronte a una potenzialità che ha in sé opportunità e responsabilità. Le opportunità sono legate alla possibilità di aumentare le competenze umane, di personalizzare della relazione, di distribuire in modo puntuale i contenuti e di seguire con precisione ogni momento del customer journey. La responsabilità è legata alla necessità di supervisionare, arricchire di umanità le interazioni e riscaldarle. Di aumentare la nostra consapevolezza.

Cambiamento epocale

L’ondata di cambiamento che stiamo vivendo incide in modo profondo su tutte le applicazioni che sono sul mercato. Nel caso di Adobe tutti i processi di marketing vengono impattati dall’affiancamento dell’intelligenza artificiale al lavoro umano. Sensei Gen AI è il co-pilota che trasforma il modo di generare contenuti e campagne, creare audience, customer journey e customer experience sempre più personalizzati. Raffaele De Matteis, Manager, Solution Consultant, Adobe Italia, e Matteo Oriani Principal Cloud Consultant, Adobe West Emea, hanno illustrato come Adobe ha affrontato questo cambiamento, con un focus sui modelli di Firefly.  Il punto di partenza è la base dati costruita secondo principi di trasparenza e di tracciabilità dei contenuti utilizzati per il training dell’AI. In questo modo si rispetta il copywriting e si può remunerare il contributore di ciascun contenuto. Grande attenzione anche al modello linguistico per prevenire i bias e, di nuovo, il rispetto del copywriting e dei brand. Infine, le integrazioni con tutte le applicazioni. Questi aspetti rendono business safe la piattaforma, al punto che Adobe concede un indennizzo in caso di violazione dei diritti intellettuali. In questo momento ci sono tre modelli di Firefly: uno dedicato alla produzione di immagini, uno per la gestione vettoriale della grafica e un altro ottimizzato per il design, che diventerà lo strumento fondamentale per tutti coloro che non hanno capacità creative e che potranno creare volantini, slogan, brand. Presto arriveranno modelli per la gestione di contenuti audio, video e 3D. E siamo solo all’inizio.

COMMENTI