Il 2024 segna un anno di svolta per il mercato dell’Intelligenza Artificiale (AI) in Italia, che ha raggiunto un nuovo record di 1,2 miliardi di euro, registrando una crescita del 58% rispetto al 2023. Questi dati sono stati divulgati dall’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, presentati il 6 febbraio nel corso del convegno dal titolo “Artificial Intelligence, e questo è solo l’inizio”. Questo boom è trainato soprattutto dalle sperimentazioni che includono la Generative AI, che rappresentano il 43% del valore complessivo del mercato. Il restante 57% è costituito in gran parte da soluzioni di AI tradizionale.
Guardando alla spesa media per azienda, i comparti più avanzati nell’adozione di soluzioni AI sono Telco&Media e Insurance, seguiti da Energy, Resource&Utility e Banking&Finance. Tuttavia, si registra anche una forte accelerazione nel settore GDO&Retail. La Pubblica Amministrazione, pur avendo ancora un peso limitato nel mercato (6%), sta crescendo rapidamente con un tasso superiore al 100%.
Se nelle grandi aziende l’AI è ormai una realtà consolidata, nelle PMI l’adozione resta ancora molto limitata. Solo il 7% delle piccole imprese e il 15% delle medie ha avviato progetti AI, spesso con obiettivi legati all’efficienza operativa. L’interesse è comunque elevato: il 58% delle PMI segue con attenzione il tema, anche grazie alla crescente disponibilità di strumenti low-cost e pronti all’uso. Tuttavia, un grande ostacolo è l’immaturità nella gestione dei dati, che frena l’implementazione di progetti su larga scala.
Italia in ritardo rispetto all’Europa…
Rispetto ad altri Paesi europei (Francia, Germania, Irlanda, Olanda, Regno Unito e Spagna), l’Italia sta procedendo più lentamente nell’adozione dell’AI. L’81% delle grandi imprese italiane ha almeno valutato un progetto AI (contro una media europea dell’89%) e il 59% ha un progetto attivo (contro il 69% europeo), posizionandosi ultima tra le nazioni analizzate. Tuttavia, tra le imprese che già utilizzano l’AI, una su quattro ha progettualità ormai a regime. Un dato interessante è che il 65% delle grandi aziende che hanno adottato l’AI sta sperimentando anche con la Generative AI, principalmente per implementare sistemi conversazionali a supporto degli operatori interni.
… ma per la GenAI, l’Italia è tra i primi utilizzatori in Europa
Il nostro Paese si posiziona ai primi posti in Europa per l’adozione di strumenti di Generative AI pronti all’uso. Il 53% delle grandi aziende italiane ha acquistato licenze di strumenti come ChatGPT o Microsoft Copilot, superando Francia, Germania e Regno Unito. Inoltre, il 39% delle aziende che utilizzano questi strumenti ha già riscontrato un incremento della produttività. Tuttavia, il 48% non ha ancora condotto un’analisi quantitativa degli impatti. Le aziende italiane si dimostrano consapevoli dei rischi connessi all’uso non controllato dell’AI: oltre il 40% ha implementato linee guida interne e nel 17% dei casi è stato vietato l’uso di tool non approvati, per evitare fenomeni di Shadow AI.
Il punto di vista degli esperti
Secondo Alessandro Piva, Direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano: “Il 2024 evidenzia una crescita incessante di interesse e di spesa dedicata all’Artificial Intelligence, a fronte di un’offerta di mercato in fermento e in continua evoluzione. I decisori aziendali sono chiamati oggi ad affiancare approcci agili e veloci con una strategia di lungo periodo che permetta di traguardare obiettivi di produttività individuale, efficienza nei processi e capacità di innovare prodotti, servizi e modelli di business.”
Anche Nicola Gatti, Direttore dell’Osservatorio, sottolinea l’importanza della ricerca e delle politiche internazionali: “I recenti sviluppi internazionali, come la tensione tra DeepSeek e OpenAI, dimostrano quanto l’AI sia ancora un campo di ricerca in grande evoluzione. Per questo, le politiche internazionali si stanno orientando verso il sostegno alla ricerca scientifica e tecnologica, come dimostra la Fondazione FAIR recentemente finanziata attraverso il PNRR.”
Quali applicazioni stanno crescendo
Tra le principali applicazioni dell’AI in Italia, il 34% del mercato è rappresentato da progetti di Data Exploration, Prediction & Optimization Systems (ad esempio, sistemi di previsione della domanda o identificazione di frodi). Seguono le soluzioni di Text Analysis, Classification & Conversation Systems (32%), in crescita del 86%, grazie soprattutto ai sistemi di Retrieval Augmented Generation. Infine, il 17% del mercato è occupato dai Recommendation Systems, settore in cui la Generative AI sta assumendo un ruolo sempre più rilevante.
L’opinione dei cittadini italiani sull’AI
La quasi totalità degli italiani (99%) conosce il termine “Intelligenza Artificiale” e l’89% ha sentito parlare di Generative AI (+32 punti rispetto al 2023). Rispetto a Francia e Regno Unito, l’Italia è il Paese con l’atteggiamento più favorevole: il 59% degli italiani ha un’opinione positiva sull’AI, contro il 47% degli inglesi e il 42% dei francesi. Tuttavia, si registra un leggero calo rispetto all’anno precedente (-8 punti percentuali).
Le principali preoccupazioni riguardano i rischi di manipolazione delle informazioni (come i deepfake) e l’impatto dell’AI sul mercato del lavoro. Solo il 17% dei lavoratori italiani che hanno visto l’AI all’opera in azienda la valuta molto positivamente, un dato in linea con la Francia (17%), ma inferiore al Regno Unito (40%).
L’ecosistema AI italiano tra ricerca, impresa e formazione
L’Osservatorio ha analizzato l’ecosistema AI in Italia attraverso quattro macroaree: ricerca, imprese, Pubblica Amministrazione e formazione. Sul fronte della ricerca, l’Italia si distingue per la qualità della produzione scientifica e per l’aumento dei fondi destinati alla ricerca AI (28,7 milioni di euro nell’ultimo anno). Tuttavia, la capacità di trattenere e attrarre talenti resta un punto debole.
Dal punto di vista imprenditoriale, il mercato è trainato dalle grandi aziende, mentre l’ecosistema startup fatica ancora a crescere. La Pubblica Amministrazione, invece, mostra segnali incoraggianti, con un crescente interesse per l’adozione di soluzioni AI.
Infine, la formazione sta facendo progressi, con un aumento dei corsi universitari e ITS dedicati all’AI. Tuttavia, la conoscenza diffusa tra i cittadini resta superficiale, evidenziando la necessità di una maggiore alfabetizzazione digitale per affrontare le sfide della trasformazione tecnologica.
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