La filastrocca bollicina
narra di una bambina:
Ophelia si chiamava,
e tutta sola sempre stava.
Dentro una bolla lei si sentiva,
poiché suoni e parole male udiva.
Bene non riusciva a comunicare
perché, si sa, le persone han fretta di parlare.
Nemmeno la scuola sembrava funzionare:
poche parole sconnesse
e molte paure sommesse.
Spesso emarginata e in disparte restava,
e solo un’amica desiderava.
La maestra Nina qualcosa voleva fare
e finalmente la soluzione riuscì a individuare:
un’Intelligenza Artificiale, amica insperata
e alla piccola Ophelia interamente dedicata.
La bimba ogni cosa domandava,
e ArIanna prontamente tutto le illustrava.
Il mondo fuori dalla bolla, che tanto spaventava,
pian piano ad Ophelia con pazienza mostrava.
Quello fu l’inizio di una grande amicizia,
portata avanti con entusiasmo e letizia.
Finalmente Ophelia dalla bolla era uscita,
grazie ad ArIanna era nuovamente fiorita.
Ora che la bimba è cresciuta,
l’amica d’infanzia felicemente saluta.
La ridà alla maestra e corre a giocare,
senza per questo ArIanna dimenticare.
La compagna intangibile, di dati formata,
in futuro ad altri verrà donata.
Per nuove amicizie e un aiuto sincero,
su questa IA si può contare davvero!
Ci possiamo fidare dell’Intelligenza Artificiale? Quanto ci aiuta e cosa sarà in grado di fare per noi in futuro? Ne parleremo il 17 ottobre, durante la terza edizione di CX2020: vieni a condividere con noi il tuo punto di vista sul tema – non sarà necessario parlare in rima, non temere!
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