Le proposte Assocontact sugli sgravi contributivi

Assocontact ha messo in luce alcuni correttivi alla Legge 470/90 che prevede tre anni di sgravi contributivi  consistenti nei settori labor intensive per le aziende che assumono nuovo personale. La norma, nata per favorire l’aumento di occupazione stabile, è spesso utilizzata nel settore di contact center in outsourcing per offrire sconti alla committenza in occasione di gare rinnovo di contratti.

Secondo Assocontact in questo modo viene compromessa la competitività nel settore, mettendo in serie difficoltà le aziende che avevano responsabilmente investito e stabilizzato nel passato ed alimentando il fenomeno delle gare al massimo ribasso (gare ove la variabile del minor prezzo di offerta è predominante rispetto ad ogni altro criterio, in primis la qualità del servizio erogato).
“L’effetto è che le aziende che non usufruiscono di tali sgravi non risultano competitive e sono progressivamente costrette a ristrutturazioni, con ricorso agli ammortizzatori sociali e alla mobilità” si legge nella nota Assocontact. “Di conseguenza lo Stato sostiene contestualmente sia i costi per gli incentivi all’occupazione sia quelli per gli ammortizzatori sociali, senza alcun incremento occupazionale reale nel settore: si tratta quindi di mera migrazione del lavoro da un’azienda verso un’altra azienda, con costi del personale ridotti grazie agli incentivi”.

Sempre dall’analisi di Assocontact, le aziende che si avvalgono degli sgravi per le nuove assunzioni, al termine del periodo dei tre anni vedono esplodere improvvisamente i costi del lavoro e non sono più in grado di garantire ai loro clienti gli sconti e i prezzi praticati per vincere le gare e/o commesse. Si aprono quindi nuove procedure di mobilità, con nuovi costi per lo Stato e la collettività e azzerando ogni possibile beneficio in termini di creazione di nuova occupazione.

L’effetto complessivo è quello di:

  • creare lavoro «itinerante» e dunque non stabile, in quanto tale dinamica è ciclica al termine dei tre anni, quando gli incentivi alle nuove assunzioni terminano;
  • generare “valore” solo per le società committenti, che risparmiano sui costi del lavoro;
  • pesare sulle casse dello Stato, sia in termini di “lucro cessante” (sgravi contributivi) che “danno emergente” (il costo degli ammortizzatori al termine dei 3 anni;
  • appiattire il valore del servizio offerto dal comparto, privando di valore i differenziali di qualità, esperienza e performances, non consentendo una qualificazione e crescita delle oltre 40.000 risorse che vi operano.

Assocontact ha quindi proposto dei correttivi per conseguire gli obiettivi della norma: la creazione di nuova occupazione, stabile e duratura.
La proposta consiste nel prevedere che per i settori con costi del lavoro pari o superiori al 60%, il valore degli sgravi oggi previsto su un periodo triennale, venga diluito su un periodo di 6 anni, tale da:
– obbligare le aziende (quasi sempre start-up) che se ne avvalgono ad avviare operazioni imprenditoriali durevoli e responsabili, e non limitate ad un arco temporale breve;
– abbattere del 50% il delta competitivo e i potenziali effetti distorsivi che ne risulterebbero tra le varie imprese del comporto.

COMMENTI