Nel panorama della grande distribuzione, le etichette parlano. Raccontano gusti, aspirazioni, paure e convinzioni. È da questa intuizione che nasce l’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, uno strumento prezioso che, incrociando i dati di oltre 145 mila referenze con le vendite registrate da NielsenIQ, fotografa ogni sei mesi le abitudini di consumo degli italiani.
2024: l’anno del salutismo consapevole
La diciassettesima edizione, che prende in esame l’intero 2024, conferma una tendenza ormai consolidata: i consumatori italiani mostrano una crescente attenzione alla salute, alla sostenibilità e all’origine dei prodotti. Ma il dato più sorprendente è che il 7,8% dei prodotti a scaffale nel 2024 erano novità, e hanno contribuito per il 3,2% al fatturato complessivo.
Secondo Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy, «nel dinamico e competitivo mondo dei beni di largo consumo, l’innovazione non è soltanto auspicabile, ma indispensabile». Non si tratta solo di inserire nuovi prodotti sugli scaffali, ma di intercettare desideri, preferenze e valori emergenti: «Questo settore, per sua natura, è caratterizzato da una costante evoluzione delle preferenze dei consumatori, da una crescente concorrenza e dalla necessità di adattarsi rapidamente ai trend emergenti».
Le innovazioni si concentrano soprattutto nel comparto alimentare: i nuovi lanci si distinguono per i claim “rich-in” (proteine, fermenti lattici, vitamine, calcio) e “free-from” (senza zuccheri aggiunti, grassi, conservanti). Crescono anche i prodotti per intolleranze – in particolare quelli senza lattosio – e quelli con certificazioni green o CSR.
L’innovazione piace, ma non a tutti
Ma chi sceglie davvero questi nuovi prodotti? L’Osservatorio rivela che il 30% degli acquirenti di nuovi prodotti genera il 65% delle vendite. Si tratta di consumatori giovani (under 34), spesso single, con un reddito medio-alto e un approccio “consapevole” alla spesa. Questo target cerca alimenti vegani, biologici, arricchiti con semi, con caratteristiche green o sostenibili. Diversi segmenti di popolazione, invece, esprimono preferenze differenziate: le famiglie con figli e gli anziani a reddito medio-basso prediligono i prodotti a basso contenuto di grassi, mentre i giovani a reddito più alto scelgono senza zuccheri, proteici e sostenibili.
Cuppini lo spiega così: «È interessante guardare l’innovazione anche dal punto di vista del consumatore», perché solo così si coglie davvero l’evoluzione delle scelte d’acquisto. Infatti, le preferenze variano sensibilmente tra gruppi diversi: «I prodotti ‘senza zuccheri’, ‘fonte di proteine’, vegani e sostenibili attraggono consumatori giovani e con reddito medio-alto, mentre i prodotti ‘a ridotto contenuto di grassi’ sono preferiti da famiglie con figli e anziani con reddito medio-basso».
Il carrello diventa nutrizionalmente evoluto
Attraverso il cosiddetto “metaprodotto Immagino” – una media ponderata delle etichette nutrizionali di quasi 87 mila referenze – si osserva una riduzione degli zuccheri (-1,7%), un aumento delle proteine (+1,1%) e delle fibre (+0,8%), con un contenuto calorico pressoché stabile. Gli italiani, insomma, scelgono cibi più bilanciati e funzionali, senza rinunciare al gusto.
Italianità, sostenibilità, trasparenza
Anche l’identità del prodotto resta centrale: oltre un quarto delle referenze analizzate richiama in etichetta l’origine italiana. Ma il solo richiamo all’italianità non basta più: i consumatori premiano prodotti trasparenti, sostenibili e coerenti con i propri valori.
In sintesi, afferma ancora Cuppini, «l’innovazione nel largo consumo è guidata da una crescente attenzione alla salute, al benessere, alla sostenibilità e all’origine dei prodotti, con un impatto significativo sulle scelte dei consumatori e sulle dinamiche del mercato». Nel tempo dell’inflazione e della selettività crescente, “innovare” non significa semplicemente “cambiare prodotto”, ma ascoltare, capire e rispondere: con chiarezza, responsabilità e – soprattutto – con etichette che parlano davvero.
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