La determinazione dei giovani nella ricerca del lavoro

Secondo un’indagine condotta da Coldiretti/Ixè i giovani italiani tra i 30 e i 34 anni sono disposti a qualsiasi cosa pur di trovare un impiego, anche a fare l’operatore ecologico o passare molte ore in un call center. Data la situazione economica attuale, il 75% dei giovani vive ancora in famiglia che diventata così un vero e proprio ammortizzatore sociale dando servizi e offrendo tutele.
Questi giovani però, pur di poter avere un’ indipendenza economica, sono pronti a lavorare sodo senza nessun tipo di preconcetto: uno su quattro accetterebbe un posto da operatore ecologico, il 27% entrerebbe in un call center e il 36% farebbe volentieri il pony express. Una flessibilità che si estende non solo alla tipologia di impiego ma anche alla quantità: un giovane su tre è disposto ad accettare un orario più pesante con lo stesso stipendio (33%), ma anche, in alternativa, uno stipendio inferiore a 500 euro a parità di orario (32%). Nonostante tutto, però, resta solido l’obiettivo del posto fisso che, se si potesse scegliere, sarebbe preferito dal 46 % dei giovani, anche se in calo del 7% rispetto allo scorso anno.
«In questo ambito – precisa la Coldiretti – tiene il mito del dipendente pubblico al quale ambisce il 34% dei giovani. Tra chi ha già trovato un lavoro si registrano livelli molto alti di soddisfazione anche per il confronto con le difficoltà dei coetanei. Il 63% è tutto sommato soddisfatto perché il lavoro lo appassiona (25%), perché offre opportunità di crescita professionali (22%) ma anche perché consente di curare altri interessi (16%) mentre appena l‘11% è soddisfatto del lato economico». Da questi dati emerge quindi una spaccatura tra istruzione e mondo del lavoro: solo il 30 % dei trentenni fa un lavoro totalmente coerente con gli studi, mentre il 23% lo fa solo in parte.

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