AI e Neuroscienze nel marketing per capire i comportamenti del cliente

Anche nel marketing, l’intelligenza artificiale (AI) sta rapidamente diventando una delle forze trainanti, trasformando non solo il modo in cui le aziende comunicano con i clienti, ma anche come comprendono i loro comportamenti.  Al contempo, le neuroscienze offrono nuove prospettive sulle motivazioni più profonde che guidano le scelte dei consumatori, consentendo alle aziende di creare connessioni emotive più forti con il loro pubblico. Accanto a queste innovazioni, emergono anche sfide significative legate alla comprensione e all’adozione di tecnologie come l’AI generativa: la strada da percorrere verso una piena integrazione sembra ancora lunga.

Early adopter: un futuro alimentato dall’AI

Gli early adopter, pionieri nell’adozione delle nuove tecnologie, sono fondamentali per comprendere le tendenze emergenti. Uno studio condotto da Ericsson, 10 Hot Consumer Trends 2030s – The AI-Powered Future, ha interpellato oltre 6.500 consumatori in 13 città nel mondo per immaginare il ruolo dell’AI nel prossimo decennio. Secondo il report, circa l’80% dei partecipanti ritiene che entro il 2030, l’AI sarà uno strumento essenziale per prendere decisioni critiche sulla vita quotidiana, come l’acquisto di una casa o le scelte finanziarie. Questo dato suggerisce un profondo cambiamento nel modo in cui i consumatori affronteranno scelte complesse, affidandosi a simulazioni avanzate per ridurre l’incertezza.

Un elemento interessante è il potenziale paradosso rilevato: se da una parte l’AI sembra destinata a dominare molti aspetti della vita, il 58% degli intervistati crede che gli innovatori di successo saranno coloro che sceglieranno di ignorarne alcuni suggerimenti. Sembra che anche i più grandi sostenitori dell’AI siano preoccupati dal fatto che questa tecnologia possa controllare le loro vite personali. Questo evidenzia una tensione tra il desiderio di controllo umano e l’affidamento crescente alle macchine intelligenti.

L’AI nel marketing: personalizzazione e fidelizzazione

Nel mondo del marketing, l’AI sta trasformando profondamente il modo in cui le aziende interagiscono con i clienti, migliorando la personalizzazione delle campagne e delle esperienze di brand. In un recente intervento, Matteo Cremaschi, Head of SAP Customer Experience Sales, ha affermato che “la personalizzazione abilitata dall’intelligenza artificiale sta migliorando sensibilmente, aiutando gli esperti di marketing a essere più vicini alla vera personalizzazione 1:1, che rappresenta il motore ultimo della fedeltà dei clienti”.

Con una mole di dati disponibili sempre più vasta, l’AI consente ai marketer di analizzare velocemente comportamenti e preferenze, generando insight immediati che permettono di creare strategie di fidelizzazione più efficaci. Tra i principali vantaggi dell’AI nel marketing c’è la capacità di collegare l’engagement sui social media ai premi fedeltà, creare ricompense personalizzate su vasta scala e automatizzare la promozione di questi programmi. Queste tattiche non solo migliorano l’esperienza cliente, ma incrementano anche la lealtà e il coinvolgimento a lungo termine. La gamification e la celebrazione delle tappe di fidelizzazione sono strumenti potenti che sfruttano le dinamiche psicologiche umane, come il desiderio di realizzazione e riconoscimento, per mantenere viva l’interazione con il brand.

Tuttavia, uno studio condotto da SAS e Coleman Parkes Research evidenzia che, sebbene il 90% delle organizzazioni preveda di investire nella AI generativa entro il 2025, lo stesso 90% dei CMO (Chief Marketing Officer) ammette di non comprendere appieno il potenziale di questa tecnologia. Questa mancanza di comprensione potrebbe limitare l’adozione di usi più avanzati della AI generativa, con il rischio di perdere opportunità in termini di efficienza e vantaggio competitivo. Attualmente, il 75% dei professionisti del marketing utilizza già la AI generativa per attività quotidiane, principalmente per la creazione di contenuti. Tuttavia, solo una minoranza la impiega per applicazioni più sofisticate: solo il 18% la utilizza per costruire audience, il 16% per mappare il customer journey, e il 14% per l’ottimizzazione dei prezzi. Questo dimostra come la AI generativa sia ancora in una fase embrionale per quanto riguarda le sue potenzialità nel marketing strategico.

Neuroscienze e comprensione dei comportamenti

Accanto alle innovazioni tecnologiche, le neuroscienze stanno giocando un ruolo chiave nella comprensione delle dinamiche che guidano il comportamento dei consumatori. A questo proposito recentemente l’agenzia di comunicazione Tecnostudi ha proposto il concetto di neuropositioning. In poche parole una strategia di posizionamento del brand costruita su basi scientifiche. Utilizzando strumenti come l’EEG (elettroencefalografia) e l’Eye Tracker si analizza come il brand viene percepito a livello inconscio, spesso rivelando insight che non emergono dalle tradizionali ricerche di mercato. Questo approccio consente ai brand di connettersi più profondamente con i consumatori, combinando emozioni e razionalità nelle loro strategie di comunicazione.

Attraverso il monitoraggio delle risposte implicite, le neuroscienze permettono di sviluppare un’immagine di brand più coerente con le aspettative e le associazioni mentali del pubblico. La possibilità di integrare questi dati con le tradizionali analisi di mercato rappresenta un passo avanti verso una comprensione più completa e accurata delle preferenze dei consumatori.

Ostacoli e opportunità future

Nonostante l’ottimismo che circonda l’AI e le neuroscienze, ci sono ancora ostacoli significativi all’adozione piena di queste tecnologie. Uno dei principali è la preoccupazione per la sicurezza dei dati: il 61% dei marketer rivela che la privacy è uno dei maggiori timori legati all’uso della AI generativa. Questa preoccupazione è giustificata, considerando che solo un terzo delle organizzazioni dispone di un quadro di governance definito per la gestione dei dati, e ancor meno per quanto riguarda la AI generativa.

Inoltre, la mancanza di una comprensione approfondita da parte dei CMO rappresenta un ulteriore freno all’adozione completa della AI generativa. Come sottolineato nello studio SAS, la formazione e l’educazione sono cruciali per superare queste barriere. Solo in questo modo i marketer potranno sfruttare appieno il potenziale della AI generativa, che ha già dimostrato di generare un forte ritorno sull’investimento in termini di personalizzazione, soddisfazione dei clienti e accuratezza delle analisi predittive.

I report citati in questo articolo:
10 Hot Consumer Trends 2030s – The AI-Powered Future, Ericsson; Marketers and GenAI: Diving Into the Shallow End, condotto da SAS e Coleman Parkes Research

Articoli meno Recenti

COMMENTI