IBM: presentato il Global AI Adoption Index 2023

L’IBM Global AI Adoption Index 2023 condotto da Morning Consult mette in evidenza che circa il 42% delle organizzazioni con oltre 1.000 dipendenti tra quelle intervistate utilizza intensamente l’AI nelle proprie attività. Gli early adopter sono all’avanguardia: il 59% delle aziende che ha già introdotto l’AI afferma di aver intenzione di accelerare e incrementare gli investimenti in questo ambito. Le barriere all’adozione sono la carenza di competenze, la complessità dei dati e le preoccupazioni etiche.

La ricerca si è svolta nel novembre 2023 e ha coinvolto un campione rappresentativo di 8.584 professionisti IT in Australia, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Italia, Giappone, Singapore, Corea del Sud, Spagna, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito, Stati Uniti e America Latina.

“Abbiamo notato come gli early adopter abbiano superato le barriere che frenavano l’adozione dell’AI e stiano facendo ulteriori investimenti, avendone già sperimentato i vantaggi. Strumenti di intelligenza artificiale più accessibili, spinta verso l’automazione dei processi chiave e AI sempre più integrata nelle applicazioni di business pronte all’uso sono i principali fattori che guidano l’espansione dell’AI a livello aziendale”, ha dichiarato Rob Thomas, Senior Vice President, IBM Software. “Alcune organizzazioni sfruttano l’intelligenza artificiale in ambiti in cui la tecnologia può impattare più rapidamente in modo significativo, come l’IT automation, il lavoro digitale e l’assistenza clienti. Per il 40% delle aziende intervistate ancora bloccate nella sperimentazione, sono fiducioso che il 2024 sarà l’anno in cui affronteranno e supereranno barriere d’ingresso quali la mancanza di competenze e la complessità dei dati”.

Le principali evidenze possono essere così riassunte:

  • Per i professionisti IT a livello globale, la preoccupazione principale nell’utilizzo di soluzioni di intelligenza artificiale rimane legata alla sicurezza dei dati: in Italia, è fattore di preoccupazione per il 42% degli intervistati.
  • Il 59% dei responsabili IT delle aziende che implementano o esplorano l’AI afferma che la propria azienda ha accelerato gli investimenti o l’adozione negli ultimi 24 mesi.
  • La Cina (85%), l’India (74%) e gli Emirati Arabi Uniti (72%) sono i mercati che hanno maggiore propensione ad accelerare l’adozione dell’AI, mentre le aziende del Regno Unito (40%), dell’Australia (38%) e del Canada (35%) sono quelle meno propense a velocizzarne l’introduzione.
  • La ricerca e lo sviluppo (44%) e la riqualificazione e sviluppo della forza lavoro (39%) sono i principali investimenti nell’AI per quelle organizzazioni che esplorano o implementano l’intelligenza artificiale. Come si vede dall’immagine all’inizio dell’articolo la previsione di investimenti in Italia è per un terzo dedicata alla ricerca e sviluppo e suddivisa equamente tra reskilling, espansione delle mansioni umane tramite piattaforme digitali e soluzioni AI proprietarie. Solo il 18% è dedicato ad applicazioni AI:
  • Questi i principali ostacoli: mancanza o scarsità di competenze in ambito AI (33%), eccessiva complessità dei dati (25%), preoccupazioni etiche (23%), progetti di AI troppo difficili da integrare e scalare (22%), prezzo elevato (21%) e mancanza di strumenti per lo sviluppo di modelli di AI (21%).

L’AI sta già avendo un impatto sulla forza lavoro. Tra le aziende intervistate, una su cinque dichiara di non avere dipendenti con le capacità necessarie a utilizzare nuovi strumenti di intelligenza artificiale o automazione, mentre il 16% non riesce a trovare nuove figure che dispongano di competenze utili a colmare questo divario. L’adozione dell’AI all’interno delle aziende che necessitano di indirizzare le attività e fronteggiare la carenza di competenze o manodopera permette di ridurre le attività manuali o ripetitive con strumenti di automazione (55%) o automatizzare le risposte e le azioni self-service dei clienti (47%).

La necessità di un’AI affidabile e regolamentata è compresa dei responsabili IT, ma le barriere presenti rendono difficile uno sviluppo concreto. I responsabili IT sono in gran parte d’accordo sul fatto che i consumatori sono più propensi a scegliere servizi di aziende che attuano pratiche di AI trasparenti ed etiche (l’85% è fortemente o abbastanza d’accordo). Inoltre, evidenziano l’importanza di spiegare il ruolo dell’AI nel prendere decisioni all’interno della propria organizzazione (83% tra le aziende che esplorano o implementano l’AI). Tuttavia, tra le molte aziende che stanno già implementando l’AI e fronteggiando i molteplici ostacoli presenti, ben meno della metà riferisce di aver adottato misure verso un’AI affidabile, come la riduzione dei pregiudizi (27%), il monitoraggio della provenienza dei dati (37%), l’assicurarsi di poter spiegare le decisioni dei propri modelli di AI (41%) o lo sviluppo di politiche etiche di AI (44%).

Link per  approfondire i risultati della ricerca

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