In campo nuove misure per supportare la riapertura delle aziende dopo il lockdown

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Dopo un’interminabile “Fase 1” di lockdown, che ha visto la chiusura di migliaia di esercizi commerciali e aziende di tutti i settori, l’Italia si appresta, seppur lentamente, a ripartire e ad entrare nella così detta “Fase 2″.
Ma per riaprire bisogna farlo in sicurezza, adottando le giuste misure preventive, per non correre il rischio di dover chiudere nuovamente tutto.

Per garantire uno standard di sicurezza adeguato è stato approntata la Covid Protection, la nuova attestazione che viene rilasciata da ASACERT previa verifica della corretta implementazione da parte dell’azienda delle misure anti-covid previste dalle autorità nazionali e regionali.

Grazie all’esperienza ormai ventennale in ambito delle certificazioni e ricalcando la prassi tipica delle norme internazionali ISO, ASACERT ha redatto un proprio regolamento composto da 14 punti, recependo le varie disposizioni attuative recanti misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica, applicabili sull’intero territorio nazionale. L’attività di verifica è condotta dagli ispettori qualificati ASACERT con il medesimo approccio procedurale adottato per le già note certificazioni ISO, al termine dell’audit è infatti previsto il rilascio di un report riepilogativo di quanto analizzato e dei risultati emersi durante l’audit.

In oltre ASACERT grazie al recente accordo siglato con la prestigiosa Cattedra di Microbiologia Clinica dell’Università degli Studi di Milano, ha attivato un servizio di Monitoraggio medico che, parallelamente all’attestazione Covid Protection, completa lo scudo di sicurezza per le organizzazioni. Si tratta di un ulteriore strumento che fornisce un focus sulla salute del personale aziendale: uno screening epidemiologico articolato in due test sierologici (IgM-IgG) con risposta immediata, un protocollo serio che prevede esami ripetuti con cadenza mensile per almeno tre mesi. L’obiettivo è individuare soggetti asintomatici o paucisintomatici che potrebbero costituire fonte di contagio involontaria nell’ambiente lavorativo (IgM positivi) e individuare quei soggetti che (positivi ad IgG) hanno avuto contatto con il virus ma che, secondo le conoscenze attuali, non sono infettivi.

“Vogliamo essere vicini alle aziende anche in queste delicate, quanto strategiche operazioni. Il nostro intento è rendere la quotidianità degli imprenditori italiani, più serena possibile, minimizzando gli oneri organizzativi, in modo da concentrarsi sul business, con atteggiamento resiliente e vincente” dichiara Fabrizio Capaccioli, Amministratore Delegato di ASACERT.

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