Multicanalità nei contact center

SergioCaserta2010_DSC_0459l call center, affermatosi sul successo del telefono come mezzo per comunicare e fare business, si è esteso progressivamente a molti altri canali di comunicazione.
Gli obiettivi dell’aggiunta progressiva di nuovi canali sono sempre stati coerenti con i vantaggi del call center: aumentare l’efficienza e l’efficacia dei processi di caring e di vendita, migliorare la customer experience anche snellendo i processi del cliente, aumentare la fedeltà del cliente, contribuire alla customer intelligence.
La multicanalità supporta essenzialmente le strategie di maggiore proattività rivolte alla riduzione dei contatti non a valore aggiunto e le strategie di ottimizzazione della customer experience (il cliente decide come e quando contattare l’azienda), meno importante, sebbene esistente, è invece il sostegno, che la multicanalità può dare, alla riduzione del tempo di gestione dei contatti mediante operatore, all’ottimizzazione del personale operativo, e al miglioramento dei tempi di risposta dell’operatore alle richieste del cliente.
Per multicanalità si intende l’inclusione nel modello call center di canali quali: email standard, email via portale web dell’azienda, chat con un operatore, telefonata attraverso il web (VoIP), chat con un assistente virtuale, conversazione in video, contatti in desktop sharing (per assistenza da remoto), IVR (basico e con riconoscimento del parlato), messaggi di testo o multimediali (SMS & MMS), portali web per self-service, tablet e smarthphone e apps per smartphone e tablet, social network, comunità on line, servizi via kioski e servizi attraverso medodi tradizionali (filiali e agenzie).
Spesso il contato su un canale è anche multimodale: cioèdurante il contatto si può commutare da un media all’altro (o si possono usare più media contemporaneamente), quali testo, audio e video, e da un contatto in tempo reale si può passare ad uno in differita.
Non solo, il call center è sempre stato un luogo di forte innovazione e nuove tecnologie si stanno affacciando per potenziare i vari canali. Il pensiero va al webRTC, che negli USA è un argomento molto seguito dagli addetti ai lavori. [WebRTC (Web Real-Time Communication) è la definizione di un’API, in corso di stesura dal World Wide Web Consortium (W3C), per consentire senza plugins applicazioni browser-to-browser di comunicazioni in voce (telefonate), in video, in chat, e file sharing peer-to-peer. E’ oggi supportata in ambiente Windows (Chrome, Firefox, Opera), Androids (Chrome, Firefox, Opera) e Linux (Chrome)]
Ciò premesso, si nota uno spostamento da un anno all’altro del grado di utilizzo dei consumatori dei diversi canali: c’è senza dubbi una migrazione da un canale ad un altro.
Da una ricerca della NICE dello scorso anno emerge che il 43% dei consumatori sta usando le apps più di quanto lo facessero due anni fa, il 40% sta usando social networks in misura maggiore del passato, analoghi fenomeni si riscontrano nella misura del 39% per i siti web e del 35% per il
text messaging.
I nuovi canali hanno un impatto sull’instradamento dei contatti, sulla esigenza di avere una visibilità in tempo reale dei canali utilizzati, sulla misurazione delle attività per ogni canale e tra canali.
Queste tre componenti (routing, tracking e measuring) sono i fattori chiave di un servizio di successo (peraltro prevedono, per quanto attiene alla misurazioni tra canali diversi, un unico identificatore del cliente). Il successo dei nuovi
canali ha ricadute economiche per le aziende: richiede investimenti e fa intravedere benefici.

Le sfide del customer care
La valutazione di investimenti in nuove tecnologie e progetti segue gli iter standard: tutto quanto è capito direttamente (se non addirittura preteso) dal top management viene facilmente approvato, mentre altre iniziative di multicanalità devono essere giustificate attraverso la determinazione
di benefici tangibili (ad es. cambiamenti ai processi di lavoro e/o nuovi ricavi). Influenza la decisione anche l’atteggiamento di fondo delle aziende nei confronti dell’innovazione (siamo innovatori o imitatori?). Le sfide del responsabile del customer care sono: dimostrare i benefici della multicanalità, far vedere come i diversi canali sono interrelati e che quindi bisogna muoversi con accortezza e metodo, gestire la customer experience attraverso i diversi canali.
Perché l’adozione di un nuovo canale ha un impatto sul preesistente, non considerare questo impatto porta a un degrado della qualità.

Cosa misurare sui vari canali?
Le categorie di metriche sono analoghe a quelle dei contatti in voce: misure di operatività (livelli di servizio e produttività), misure sul cliente (difficoltà/facilità nel contattare l’azienda, fedeltà, tasso di riacquisto), misure dell’impatto aziendale (valore del contact center rispetto agli investimenti, qualità erogata e percepita, contributo alla missione aziendale).
Però in un ambiente così sofisticato occorre passare da una visione del reporting centrato sull’interno a un reporting centrato sul cliente: non usare come metriche primarie le tradizionali metriche operative dei contatti in voce [che devono essere ben conosciute e sempre tenute presenti, ma devono essere usate in un’analisi ex-post per capire dove stanno i problemi in luogo di essere messe tra i KPI], ma sviluppare un sistema di reporting di respiro aziendale che
dica:
• Cosa le persone stanno tentando di fare (interazioni più frequenti, mappe della customer experience)
• Con che grado di successo
• Se hanno bisogno di un aiuto di un operatore
• Se hanno usato altri canali; prima, durante e dopo
• Cosa pensano e come si sentono successivamente al contatto.

Non è facile ottenere tutto questo. Quindi lo sforzo da fare è di cambiare atteggiamento per passare:
• Dal costo per contatto al costo di una lamentela
• Dal costo del servizio al costo della perdita di un cliente
• Dalla soddisfazione del cliente alla fedeltà del cliente
• Dai click sul sito al coinvolgimento del cliente nel sito
• Dal tempo medio di gestione alla qualità del contatto

Quanto precede viene compreso nella letteratura specialistica nella frase Costruzione della Customer Intimacy. Occorre partire, quindi, dal punto di vista dell’amministratore delegato. Ad es.: non è sufficiente dire che è aumentata del 5% l’efficacia dell’IVR, ma occorre evidenziare la riduzione dei costi, l’aumento delle vendite o l’aumentato dei clienti che utilizzano servizi on line.

Quindi occorre:
• Misurare l’esaudimento delle richieste attraverso i canali
• Comprendere punti di forza e di debolezza di ogni canale
• Misurare il servizio a specifici segmenti di clientele sulla base di un modello di customer experience predefinito
• Misurare la soddisfazione del cliente mediante:
° Chiusure più rapide delle richieste
° Soluzione al primo tentativo
° Numero di contatti ridotti durante la vita del cliente
° Minori trasferimenti [Ridurre i trasferimenti attraverso un instradamento più preciso e attraverso un miglioramento delle competenze degli operatori e un loro emporwerment]
° Minori lamentele
• Monitorare la qualità lungo tutti i canali
• Comprendere se si stanno raggiungendo scopi e risultati di ogni canale
• Misurare come vengono trattati i clienti nei momenti chiave della vita del cliente/prodotto

First contact resolution
In altri articoli sono state presentate le metodologie usate più di frequente per misurare il punto di vista del cliente (sondaggi di soddisfazione del cliente, net promoter score, customer effort score), di seguito si discute brevemente dell’impatto della multicanalità sulla metrica “soluzione al primo tentativo”. Il calcolo dell’indice è ora ancora più complicato: si conosce, infatti, il viaggio del cliente per completare un task?
Cosa ha fatto il cliente? È andato nel sito web e ha cercato di risolvere da solo il problema, poi ha chiamato il call center e non ha avuto una risposta per cui sta scrivendo su un social network o twittando su quanto il servizio dell’azienda è risultato scadente?
Ciascuna di queste misurazioni di canale presa singolarmente non è in realtà sufficiente per misurare la customer experience, ma un’opportuna combinazione delle stesse secondo criteri collegati agli obiettivi strategici può portare ad una migliore comprensione della metrica cercata.
Peraltro eventuali fallimenti dei canali di contenimento aumentano il volume di chiamate dirette al call center. Quindi misurare la soluzione al primo tentativo sul canale telefonico senza sapere cosa succede a chi interagisce con l’azienda attraverso uno dei vari canali accessori disponibili non è risolutivo come misurazione della qualità.
Inoltre puntare alla soluzione al primo tentativo come metrica chiave della customer experience può avere controindicazioni sul comportamento indotto nel personale (lunghe ricerche sul KMS tenendo in attesa il cliente; trasferimenti ripetuti). Allora la FCR deve essere limitata e spinta in casi piuttosto semplici: cambiamenti di numero telefonico, verifiche amministrative non complicate (è arrivato il pagamento?), stato di appuntamenti, prendere un pagamento, e in ogni task non complicato che possa essere replicato lungo i diversi canali. In altri casi conviene concordare col cliente un orario di callback, fare la ricerca e richiamarlo come promesso.

Miglioramento continuo
La multicanalità richiede un focus sul miglioramento continuo. Quindi mentre la pianificazione e la progettazione sono vitali, come si è detto, è tuttavia altrettanto importante mantenere la qualità nel tempo:
• Usare i dati disponibili e i feedback dei clienti per apportare miglioramenti, quindi monitorare i canali e le applicazioni più utilizzate per comprendere e valutare le ragioni sottostanti ai fenomeni e sfruttare i vantaggi ottenibili quando si sviluppano nuove applicazioni o si effettuano adattamenti/modifiche.
Sistemare i problemi subito, senza dimenticare i test di usabilità
• Cercare nuove opportunità in coerenza ai cambiamenti nel modo di condurre il business e ai cambiamenti nelle abitudini dei clienti
• Osservare i concorrenti e i leader di settore per nuove idee e applicazioni

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