Il GPS di Colombo

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La taverna era piena e affollata di gente: erano presenti gli equipaggi di tre navi, una folla immane di persone. Un brusio di voci e lingue percorreva come una corrente elettrica quella calca: italiano, spagnolo, inglese e tante altre. In disparte, in un angolino appartato e semibuio, un uomo stava parlando con quelli che dovevano essere altri ufficiali: era chiaramente alticcio, e nella foga del suo racconto agitava a destra e a manca il suo boccale di metallo, rischiando in ogni momento di schizzarne il contenuto sui volti attenti e divertiti degli astanti. 

Ma ci credete?! La nave era ancora ormeggiata in porto e stavamo ultimando le operazioni di carico, quando arriva nella mia cabina questo mozzo, portando una scatolina con un corno da cui proviene la voce di un uomo. La rotta era tracciata, aspettavamo solo di partire. Poso l’orecchio al corno e mi sento dire che una bottega, tale Eden Spa, ha una soluzione per me, per il mio viaggio”. L’uomo fece una breve pausa per schiarirsi la gola.

Mi dice che parla dall’Italia, peccato ch’io fossi in Spagna e che non avessi trovato nessun finanziatore tra le italiche genti! Ma ci credete? Adesso che sto per partire vi fate vivi? Troppo tardi, cari miei!” proseguì l’uomo, suscitando fragorose risate negli ascoltatori per l’ironia della battuta.

Belìn, mi dice che hanno un navigatore GPS, o GASP… Non ho mica capito che cosa diavolo fosse! ‘Sta voce mi dice che serve per tenere la strada, per sapere sempre dove si trovano i miei compagni di viaggio. Ma io so benissimo dove sono – gli dico – sono dispersi!”. Gli astanti risero a crepapelle e lui bevve nuovamente.

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Osano anche dirmi che ‘sto oggetto miracoloso mi avrebbe indicato la strada senza farmi sbagliare… Ma lo sapete con chi state parlando? Ve lo dico io: sono un navigatore, so sempre trovare la strada giusta, e se serve so anche crearmela! Altro che navigatore GASP! Mappe alla mano, un buon sestante e vedrete che arriverò dove voglio arrivare, o dove non sapevo di poter arrivare!”. Rise di gusto, scolandosi il contenuto del boccale tutto d’un fiato. L’alcol gli aveva ormai dato completamente alla testa; si rivolse all’uomo al suo fianco, cercando di metterlo a fuoco nonostante la vista fosse ormai decisamente annebbiata, e i contorni assai poco nitidi.

Diego, ma ci credi? A me, un navigatore! Volevano convincermi che questo loro GASP è migliore di me. Ma non credo proprio! Belìn, ora che torniamo in Spagna glielo dico a questi qua che con me non devono scherzare, e soprattutto che io nelle Indie ci arrivo a modo mio, senza navigatore GASP!”.

E aveva ragione: era davvero un bravo navigatore, talmente bravo che non solo gli furono affidate tre caravelle, ma al ritorno dal suo viaggio venne anche nominato ammiraglio. Peccato solo che la sua fama provenga da un errore di calcolo, e che lungo la strada per le Indie si sia arenato sulle spiagge di quella che oggi conosciamo come America.


Con quanti navigatori suscettibili hai finora avuto a che fare attraverso il Contact Center della tua azienda? In quelle occasioni che cosa avrebbe permesso a te e ai tuoi clienti di scoprire l’America?

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