Growth in the machine: il nuovo studio di Capgemini sull’automazione intelligente.

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Dal nuovo report del Digital Transformation Institute di Capgemini emerge che, entro il 2020, il settore dei servizi finanziari potrebbe incrementare i propri ricavi a livello globale fino a un massimo di 512 miliardi di dollari. Questo sarà possibile grazie all’ “automazione intelligente“, intesa come la corretta combinazione tra tecnologie RPA (Robotic Process Automation), intelligenza artificiale (IA) e ottimizzazione dei processi aziendali applicata in modo razionale per raggiungere gli obiettivi di business.Il report, dal titolo “Growth in the machine: How financial services can move intelligent automation from cost play to growth strategy”, indica le varie opportunità che emergono dall’adozione di queste tecnologie per il settore dei servizi finanziari.

Fino a oggi, le tecnologie dell’automazione, come l’RPA, sono state implementate dal settore dei servizi finanziari per ridurre i costi e creare efficienza. Con l’implementazione dell’RPA un’azienda può incrementare la riduzione dei costi del 10-25%, percentuale che può potenzialmente raggiungere il 30-50% con l’utilizzo della stessa tecnologia potenziata con intelligenza artificiale.

I leader del settore dei servizi finanziari hanno iniziato a offrire l’automazione direttamente ai propri clienti, utilizzandola come elemento in grado di generare entrate piuttosto che come un semplice fattore per ridurre i costi. Dal report di Capgemini emerge che, mediamente, grazie all’automazione più di un terzo (35%) delle società di servizi finanziari ha riportato un incremento della crescita del 2-5%. Allo stesso tempo, dal report si evince che, grazie all’automazione intelligente, è stato riscontrato un miglioramento della customer satisfaction superiore al 60%.

Oltre ai vantaggi tangibili offerti dall’automazione intelligente, il report mette in risalto un’altra ragione che spinge le aziende di servizi finanziari a esplorare tale tecnologia: la crescente minaccia da parte di player non tradizionali. Lo studio afferma che quasi la metà delle imprese ritiene che, nei prossimi 5 anni, le BigTech, come Amazon e Alphabet, saranno dei loro competitor.

Nonostante le chiare opportunità e le crescenti minacce poste dalle BigTech, il processo di adozione dell’automazione intelligente è stato lento. Il report rivela che solo circa una società su quattro possiede il giusto grado di competenze per implementare tecnologie di automazione cognitiva, che comprendono machine learning, computer vision e biometria. Per la maggior parte delle aziende il fulcro delle proprie iniziative di automazione riguarda la tecnologia RPA o, al massimo, il Natural Language Processing (NLP).

Lo studio individua anche diversi fattori che impediscono alle aziende di andare oltre la fase di “proof-of-concept”, e implementare in concreto l’automazione intelligente. Queste sfide riguardano l’organizzazione aziendale, l’infrastruttura tecnologica e il talento. Circa quattro società su 10 hanno difficoltà nel realizzare un chiaro business case per l’automazione. Inoltre, molte organizzazioni non riescono a persuadere i manager a intraprendere una strategia di automazione intelligente coerente.

Capgemini ha intervistato 1.500 dirigenti di 750 aziende globali tra febbraio e marzo 2018. I settori focalizzati sono quelli delle banche commerciali e retail, dei mercati dei capitali e assicurativo ramo vita e danni. Tra le società, il 42% ha riportato ricavi superiori a 10 miliardi di dollari. L’indagine ha coinvolto le aziende di nove paesi: Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, India, Regno Unito e Stati Uniti.

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