Call Center, un settore che crea occupazione

Intervista a Luca D’Ambrosio, presidente Assocontact

Sono 80mila i lavoratori dei contact center in Italia, secondo le stime di Assocontact, l’associazione che rappresenta in Confindustria le aziende del settore. E solo questo numero dovrebbe far capire che il fenomeno non può essere stigmatizzato come la nuova “schiavitù”. Le parole pesanti di Grillo che ha definito il lavoro nei call center, un non lavoro, ha suscitato la reazione di Luca D’Ambrosio, che a nome dell’associazione che presiede, ha preso carta e penna e ha scritto una lettera aperta a Grillo.

Questa volta si è passato il segno, dottor D’Ambrosio?

Dire che quello dei call center non è un lavoro è offensivo della serietà e della competenza che i lavoratori mettono a disposizione dei cittadini, che quando hanno un problema chiamano e magari se la prendono con chi risponde al telefono. Credo che Grillo non abbia mai avuto occasione di rivolgersi a uno di questi centri. Se lo avesse fatto si sarebbe accorto che chi risponde fa un lavoro moderno e utile. Un lavoro che sta sostituendo migliaia di posti che ogni anno vengono persi. Senza contare il ruolo nella riduzione del digital divide e che viene erogata formazione sia per l’utilizzo degli strumenti informatici, sia per comunicare in modo appropriato che rarricchisce il bagaglio delle competenze dei lavoratori.”

Il settore è uno dei pochi che continua a offrire opportunità, ma la critica maggiore è che sia sottopagato e di scarsa qualità. Lei cosa risponde?

La maggior parte degli occupati nei call center corrisponde al profilo che tanti politici menzionano come problema: primo impiego, giovani, donne. Stiamo scontando un’eredità del passato che non corrisponde più a verità. Ormai si rrspira un’aria differente. La verità è che il nostro è un settore che crea primo impiego, che forma i giovani a un impiego futuro, che crea opportunità, ma che nello stesso tempo è gravato da un costo del lavoro che incide fino al 70% sui ricavi.

Sul fronte normativo qualcosa negli ultimi tempi sembra essersi mosso, basta citare l’articolo 24/bis del decreto sviluppo, il nuovo contratto di lavoro delle telecomunicazioni.
Non c’è dubbio che ci sia maggiore attenzione e i tavoli di confronto con le parti sociali sono certamente costruttivi. Stiamo trattando una materia nuova e l’obiettivo è quello di trovare un corretto equilibrio tra flessibilità e garanzie. Credo che meriteremmo ancora più attenzione ed è per questo che nei prossimi mesi indiremo gli Stati generali dei contact center.

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